Riporto parte de l'articolo di Nicola D'Angelo pubblicato su www.corrierecomunicazioni.it
La banda larga mobile mette in discussione la nostra salute? Molte posizioni si scontrano, spesso in un mare di confusione di dati scientifici messi al servizio di interessi contrapposti. È pur vero che un principio che non può essere discusso è quello della precauzione: non faccio una cosa finché non sono sicuro che la stessa non provochi danni, ma a volte il fine sembra giustificare i mezzi, anche in materia di emissioni radioelettriche.
L’Italia è indubbiamente arretrata nelle reti di nuova generazione (trentaseiesima nel mondo), a causa di un suicidio perfetto: la messa ai margini della televisione via cavo per la sciagurata previsione normativa di metà degli anni Settanta (il cavo “monocanale”, contraddizione in termini), il blocco del monopolio telefonico, l’assenza di un visione collettiva sull’importanza di internet.
La banda larga mobile mette in discussione la nostra salute? Molte posizioni si scontrano, spesso in un mare di confusione di dati scientifici messi al servizio di interessi contrapposti. È pur vero che un principio che non può essere discusso è quello della precauzione: non faccio una cosa finché non sono sicuro che la stessa non provochi danni, ma a volte il fine sembra giustificare i mezzi, anche in materia di emissioni radioelettriche.
L’Italia è indubbiamente arretrata nelle reti di nuova generazione (trentaseiesima nel mondo), a causa di un suicidio perfetto: la messa ai margini della televisione via cavo per la sciagurata previsione normativa di metà degli anni Settanta (il cavo “monocanale”, contraddizione in termini), il blocco del monopolio telefonico, l’assenza di un visione collettiva sull’importanza di internet.
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